Il giuramento di innocenza nel processo canonico medievale. 
Storia e disciplina della ›purgatio canonica‹

Antonia Fiori

Studien zur europäischen Rechtsgeschichte 277
Frankfurt am Main: Klostermann 2013. XIX, 646 S.

ISSN 1610-6040
ISBN 978-3-465-04172-6


Il giuramento di innocenza, o di purgazione, ha fatto parte dell’ordinamento della Chiesa per quasi un millennio. Ciò nonostante, è stato per lo più trascurato dagli studi sul processo canonico medievale perché comunemente considerato un istituto germanico, ›recepito‹ dalla Chiesa nell’alto Medioevo. Il presente volume ne vuole ricostruire la storia e la disciplina in una prospettiva specificamente canonistica. Nel corso dei secoli, la cd. purgatio canonica ha vissuto molte vite, adattandosi duttilmente ai cambiamenti dell’ordinamento processuale. La sua funzione è rimasta però nel tempo immutata: ai sacerdoti era richiesto di giurarsi innocenti quando venivano sfiorati da un’accusa criminale, in assenza di prove che dimostrassero la loro colpevolezza. Giuravano dunque per salvaguardare dinanzi ai fedeli la propria compromessa reputazione ed evitare lo scandalum in Ecclesia e l’infamia. Proprio in relazione alla purgatio canonica venne elaborata dai giuristi la nozione di infamia facti – un discredito sociale cui era riconosciuta rilevanza giuridica –, che stimolò in breve tempo le innovazioni più significative del processo medievale: l’introduzione dell’inquisitio accanto al modello accusatorio, l’elaborazione di una teoria canonistica delle presunzioni, la giustificazione della tortura giudiziaria. La storia del giuramento canonico di innocenza si presenta così come un punto di vista privilegiato per osservare le trasformazioni di un sistema processuale e di una cultura giuridica.

Zur Redakteursansicht